Idea Vilariño è stata una poetessa Uruguayana morta nel 2009, attiva nella stessa epoca di Mario Benedetti e Juan Carlos Onetti. Con quest'ultimo visse un'intensa relazione "durata solo nove notti d'amore e un'intera vita di passione e solitudine." Questo ce l'ha raccontato lei stessa in un suo libro, aggiungendo: "Mi sono innamorata dell'ultima persona di cui avrei dovuto... eravamo fatti di una materia impossibile da legare. Non ha mai capito l'abc della mia vita, non mi ha mai capito come essere umano, come persona... Ancora mi chiedo perchè ho sopportato tanto, perchè sono tornata sempre. Una notte mi chiamò disperato, chiedendomi che andassi da lui. Io ero con qualcuno che mi amava e lo lasciai per andare a passare una notte con lui. E ricordo che l'unica cosa che abbiamo fatto è stata quella di metterci schiena contro schiena, a leggere un libro, lui il suo, io un altro. Il mattino dopo lo presi per la testa e gli dissi: Sei un asino Onetti, sei un cane, sei una bestia. E me ne sono andata."
Racconta lo scrittore Julio Cortàzar: "Andavano senza cercarsi, sapendo che andavano per trovarsi. Ieratica, quasi solenne, lei. Lui maledetto. Come potevano non piacersi?"
Racconta lei: "L'incontro avvenne in un bar di Montevideo. S'era messo a sedurmi con tutto se stesso, con il meglio di sè, al punto che mi ero convinta che fosse la settima meraviglia. Quella stessa notte m'innamorai di lui. M'innamorai, m'innamorai, m'innamorai."
Sui muri dell'Università di Montevideo si possono ancora leggere i suoi versi disperati messi da qualcuno. Dicono: "Se morissi tu e se morissero loro e morissi io?! E il cane. Che pulizia."
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venerdì 30 settembre 2011
giovedì 29 settembre 2011
Diario Notturno 38
L'inutilità in natura non esiste. E' una legge di cui pochi si sono occupati, ma a cui nessuno può sottrarsi. Basterebbe già questo a rassicurare i depressi e gli incapaci. Tutti sono utili a tutti. Chiunque ripari qualcosa, sia esso un cervello o un rubinetto, lo sa bene: è ciò che si guasta a mandare avanti il mondo e i guastatori sono i veri benefattori. Diffidate dunque di chi vi promette l'eternità: l'imperituro e l'indistruttibile sono la rovina delle società. La disperazione o la malvagità di pochi hanno sempre fatto la fortuna di molti. Quanta gente non avrebbe un lavoro se non esistessero l'illegalità, l'applicazione della giustizia e la punizione che ne consegue. Che ne sarebbe del commercio senza i sette peccati capitali o della medicina senza l'autodistruzione? Tutto serve a tutti. Anche stati confusionali come il delirio hanno il loro posto sul divano o nei versi del poeta. Nessuno è da buttare. Neanche i falliti. E quand'anche lo fossero, si potrebbe sempre sbandierarli come dei pessimi esempi da cui è possibile trarre utili insegnamenti. Riposino infine tranquilli perfino gli impostori: anche le malattie incurabili prima o poi trovano l'indirizzo d'un guaritore o d'una cartomante.
Anna Achmatova
ULTIMO BRINDISI
Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all'inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.
Anna Achmatova in un ritratto di Nathan Altman
Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all'inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato.
Anna Achmatova in un ritratto di Nathan Altman
mercoledì 28 settembre 2011
Nasrudin e il commercio degli asini
Un noto mercante d'asini quella domenica mattina scoprì che Nasrudin, a pochi metri di distanza da lui, si era messo a vendere gli stessi animali. Il problema era però che li vendeva meno cari. Per cercare di essere competitivo, il mercante si mise a truffare gli allevatori, ma gli asini di Nasrudin venivano ancora offerti a un prezzo più basso. Furioso, cercò di tagliare le spese, comprando dell'avena più scadente, ma le bestie del vicino costavano ancora meno delle sue. A quel punto cominciò a ridurre la paga degli impiegati, qualcuno lo licenziò pure, ma gli asini di Nasrudin erano sempre là, più a buon mercato di sempre.
In preda a un attacco di rabbia, andò dal suo concorrente e gli gridò in faccia: "Senti, ho fatto l'impossibile per cercare di batterti, ho lucrato su tutto, ho truffato i miei fornitori, i miei stallieri, i mercanti d'avena, ma non riesco a vendere un animale. Dimmi la verità, come fai tu ad avere quei prezzi?"
"Come faccio io a tenere i prezzi così bassi?" - rispose serafico Nasrudin- "Semplice. Io gli asini li rubo."
In preda a un attacco di rabbia, andò dal suo concorrente e gli gridò in faccia: "Senti, ho fatto l'impossibile per cercare di batterti, ho lucrato su tutto, ho truffato i miei fornitori, i miei stallieri, i mercanti d'avena, ma non riesco a vendere un animale. Dimmi la verità, come fai tu ad avere quei prezzi?"
"Come faccio io a tenere i prezzi così bassi?" - rispose serafico Nasrudin- "Semplice. Io gli asini li rubo."
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