Stamattina, attraversando il mercato delle pulci, mi chiedevo perché oggetti simili come due statuine hanno lo stesso nome sul tavolo di un brocanteur o su quello di un antiquario, anche se appartengono a epoche diverse e hanno un valore artistico differente. E' il mistero delle lingue, ma non è così per tutte. Lo spagnolo, ad esempio, nel designare un pesce lo considera pez quando guizza ancora in acqua, mentre lo chiama pescado se è immobile sul marmo della pescheria. Qualcosa di simile c'è in francese per esprimere i vari gradi della noia, oppure in russo che ha un nome per ogni tipo di neve. Da noi siamo precisi con il vento, dove la parola generica viene sostituita da termini che ne classificano la direzione e l'intensità senza bisogno di aggettivi. Una sorte migliore doveva toccare anche all'amore. Sarebbe stato bello avere parole capaci di distinguere l'amore platonico da quello carnale, l'amore passeggero da quello duraturo.
Tiziano, L'Amor Sacro e l'Amor Profano |