Diario Notturno 318
Se il cielo ha un significato diverso per un astronomo o un teologo, un pilota d'aereo o un poeta è perché non c'è identità fra immagine e oggetto, dato che l'Io s'interpone tra l'uomo e il reale. Non esiste l'osservazione pura: il piacere o il disgusto, il dissenso o l'ammirazione derivano da ciò che si era prima ancora di provarli. Ogni volta che rifletti sul senso, il mondo non lo vedi più, rievochi il vissuto, ricostruisci la realtà a partire dall'esperienza, arrivi pure a concepire il contrario del fenomeno a cui assisti. Ma quando giudizio e pregiudizio coincidono tutto diventa superstizione e il visibile smette di essere sinonimo di oggettività. È questa la novità: in mancanza di certezze riduciamo ogni cosa ad artificio. Per una piega della mente si passa l'intera vita a interpretare, come se niente di autentico possa esistere al di fuori dell'immaginario.
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Jiří Jiroutek |