mercoledì 17 agosto 2011

Antonio Rivero Taravillo

Non sono io che ho scritto questi versi,
neppure chi li firma, ma soltanto
la mano di un copista che confonde
la propria ispirazione con l'altrui,
echi e canti che arrivano attutiti
dalle molte vite che mi sono estranee.

Non sono nè chi soffre nè chi ama,
e se c'è della mia vita in questo libro
lo specchio non rimanda la mia immagine
così che mi convinco d'esser solo
un oscuro eteronimo dell'autore.

Ma ad esser più precisi sono la maschera
in cui cento volti diversi si frammentano
vivendo promiscuamente alle sue spalle,
condividendo un dolore che non sento.

Divento allora inchiostro, lettere e caratteri,
ma l'esistenza che traspare in questa carta
non ha la filigrana della mia
perchè una biografia scritta in un foglio
è più letteratura che vita vera.

(Traduzione personale)






lunedì 15 agosto 2011

Chema Madoz

Diario Notturno 11

Che tutto debba ruotare intorno all'Uomo è una convinzione ridicola. Per esempio, si può affermare che è grazie al Diritto, se esiste ancora una qualche parvenza di pace. Ma è altrettanto vero che, se non ci fosse la Legge, ci stermineremmo tutti a vicenda e il mondo si avvierebbe verso una pace ancor più duratura.

Gino Severini

domenica 14 agosto 2011

Carmelo Bongiorno

Peter Handke

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La mia casa è aperta a tutti, ma oggi
la cornetta era girata dall'altra parte
la matita era a sinistra dell'agenda
a sinistra anche la tazza del tè
e il manico pure a sinistra
e vicino una mela sbucciata al contrario 
(e neanche finita di sbucciare)
le tende tirate a sinistra
e la chiave della porta di casa
nella tasca sinistra della mia giacca.
Ti sei tradita per sbaglio donna mancina,
o l'hai fatto volutamente
per lasciarmi un messaggio?
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(Traduzione Personale)

Saul Leiter

Nasrudin parte volontario

Il re fece annunciare che avrebbe dato in sposa la figlia più bella, insieme a dieci forzieri d'oro e a venti ettari di terre fertili a chi avesse recapitato urgentemente un messaggio a suo fratello che era stato catturato nel nord del regno. Ovviamente il viaggio non era di tutto riposo. Il candidato avrebbe dovuto attraversare regioni malariche, sabbie mobili, montagne infestate da banditi e boschi in cui gli spettri erano di casa. Solo chi avesse superato tutte quelle prove avrebbe avuto il futuro assicurato.
Sentita la notizia, Nasrudin uscì di casa diretto verso il palazzo reale. Fu visto correre come un forsennato, urtando i passanti e rovesciando i banchi del mercato, come se avesse il fuoco alle calcagna. Spostò violentemente le sentinelle, salì a perdifiato lo scalone, entrò nel palazzo, eluse le guardie reali e finalmente arrivò nella sala del trono. Lì, a spintoni, si aprì la strada tra buffoni e cortigiani quindi, con i capelli arruffati, tutto trafelato, si trovò finalmente davanti al re in persona. A quel punto gli gridò: "Se lo tolga pure dalla testa, Maestà. Io non ci vado."