Il re fece annunciare che avrebbe dato in sposa la figlia piΓΉ bella, insieme a dieci forzieri d'oro e a venti ettari di terre fertili a chi avesse recapitato urgentemente un messaggio a suo fratello che era stato catturato nel nord del regno. Ovviamente il viaggio non era di tutto riposo. Il candidato avrebbe dovuto attraversare regioni malariche, sabbie mobili, montagne infestate da banditi e boschi in cui gli spettri erano di casa. Solo chi avesse superato tutte quelle prove avrebbe avuto il futuro assicurato.
Sentita la notizia, Nasrudin uscì di casa diretto verso il palazzo reale. Fu visto correre come un forsennato, urtando i passanti e rovesciando i banchi del mercato, come se avesse il fuoco alle calcagna. Spostò violentemente le sentinelle, salì a perdifiato lo scalone, entrò nel palazzo, eluse le guardie reali e finalmente arrivò nella sala del trono. Lì, a spintoni, si aprì la strada tra buffoni e cortigiani quindi, con i capelli arruffati, tutto trafelato, si trovò finalmente davanti al re in persona. A quel punto gli gridò: "Se lo tolga pure dalla testa, Maestà . Io non ci vado."