▒⡷▒⡷░𝐂░𝐎░𝐍░𝐓░𝐄░𝐌░𝐏░𝐎░𝐑░𝐀░𝐑░𝐘░ ░𝐀░𝐑░𝐓░ ░𝐅░𝐎░𝐑░ ░𝐘░𝐎░𝐔░𝐑░ ░𝐃░𝐀░𝐈░𝐋░𝐘░ ░𝐈░𝐍░𝐒░𝐏░𝐈░𝐑░𝐀░𝐓░𝐈░𝐎░𝐍░⢾▒⢾▒
giovedì 28 luglio 2011
Diario Notturno 3
Te l'ho detto in lungo, in largo e in diagonale: è probabile che un giorno mi pentirò di non averti sposato, ma perchè stai sempre a rivangare il mio futuro?
mercoledì 27 luglio 2011
Sylvia Plath ~ Tulips
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Innanzitutto i tulipani sono troppo rossi, mi feriscono.
Anche attraverso la carta da regalo potevo sentirli respirare
piano, nella bianca fasciatura, come un bimbo mostruoso.
Il loro rossore parla alla mia ferita, comunica con lei.
Sono astuti, sembrano galleggiare, ma mi trascinano a fondo
turbandomi con le lingue improvvise e il loro colore,
una dozzina di piombi vermigli legati intorno al collo.
Nessuno mi teneva d'occhio prima, ora mi sento osservata.
I tulipani si voltano verso di me e, la finestra alle spalle
dove ogni giorno la luce si allarga e si assottiglia,
mi mostrano piatta, ridicola, una silhouette di carta ritagliata
fra l'occhio del sole e gli occhi dei tulipani,
non ho una faccia, ho voluto cancellarmi.
I vividi tulipani mi mangiano l'ossigeno.
Prima che arrivassero, l'aria era piuttosto tranquilla,
va e vieni, respiro dopo respiro, senza agitazione,
poi i tulipani l'hanno riempita d'un rumore assordante
Ora l'aria gli si avvicina e vortica intorno a loro
s'avvicina e vortica intorno a quel motore rosso ruggine affondato.
Catturano la mia attenzione che prima era felice
nel giocare e riposare spensierata.
Anche i muri si sono scaldati.
I tulipani dovrebbero star dietro le sbarre come animali pericolosi,
si spalancano come le fauci di un imponente felino africano
ed io percepisco il mio cuore che apre e chiude
la sua ampolla di rossi boccioli per puro amore verso di me.
L'acqua che assaporo è calda e salata come il mare
e arriva da un paese lontano come la salute.
(Traduzione Personale)
La mia teoria dell'Universo
La fine del mondo è avvenuta al tempo del big bang.
Quelli che vedete sono i cocci.
Quelli che vedete sono i cocci.
martedì 26 luglio 2011
Nasrudin, il re e la gazzella
Le battute di caccia del re erano pubbliche e seguitissime, dato che gli animali uccisi venivano dati in dono ai sudditi. Quella mattina il sole era già alto e il sovrano non aveva ancora abbattuto nessuna preda, quando da un cespuglio sbucò una bellissima gazzella. Il re prese la mira e scoccò la freccia, ma nonostante la vicinanza, riuscì a mancare l'animale. Si sentì un brusìo, ma nessuno si azzardò a commentare la figuraccia del sovrano.
Solo Nasrudin esclamò: "Però, che bravura!"
Sentendo quelle parole, il re gli puntò contro l'arco chiedendogli: "Ma mi stai prendendo in giro?"
"Niente affatto, maestà" - gli rispose Nasrudin - "è che mi stavo complimentando con la gazzella per essere riuscita a schivare un tiro così insidioso."
Solo Nasrudin esclamò: "Però, che bravura!"
Sentendo quelle parole, il re gli puntò contro l'arco chiedendogli: "Ma mi stai prendendo in giro?"
"Niente affatto, maestà" - gli rispose Nasrudin - "è che mi stavo complimentando con la gazzella per essere riuscita a schivare un tiro così insidioso."
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