Ci sono analogie tra la scrittura, il gioco degli scacchi e la creazione artistica. Sono esplorazioni della personalitΓ che hanno in comune un effetto estraniante. Grazie a esse entriamo in una dimensione che l'immaginazione ha costruito per sΓ©, dove l'incertezza e le ansie personali vengono messe da parte. Le persone circostanti ci diventano estranee: attenti solo alle nostre esigenze, rispondiamo astrattamente a quello che ci viene chiesto, lasciando agli altri soltanto dei riflessi. I gesti diretti, spontanei, invincibili, con cui muoviamo una penna, spostiamo un alfiere o creiamo un chiaroscuro, valgono piΓΉ dell'istante in cui si compiono: diamo all'oggetto il futuro di cui aveva bisogno e che voleva ricevere da noi. Senza mai pensare che qualcuno al nostro posto avrebbe potuto decidere meglio, lontani dal mondo, perdiamo la nozione del tempo per poi, al termine di questo viaggio interiore, ritornare stanchi e appagati alla realtΓ . Tutti e tre diversi in apparenza, eppure marcati da un destino comune, danno l'impressione di accoglierci in un «ordine» dove norme etiche ed estetiche si incontrano.