Oggi, alla Central del Raval, ho comperato un libro di Arthur Koestler del 1980, molto interessante. Si intitola "En busca de lo absoluto". Il titolo originale Γ¨ Bricks to Babel II. L'ho aperto a caso e mi sono trovato davanti questa pagina che traduco.
La parola "astratto" ha, nel linguaggio comune, due significati principali: Γ¨ l'opposto di "concreto" quando si riferisce a un concetto generale e non a un esempio particolare; in secondo luogo un "abstract" Γ¨, in inglese, un riassunto, un condensato di un documento di maggiore estensione. La memoria Γ¨ astratta in entrambi i sensi. Guardo un programma televisivo. Le parole esatte che pronuncia ogni attore le dimentico in pochi secondi e trattengo solo il loro significato astratto. Il mattino seguente posso solo ricordare la sequenza delle scene che costituivano la storia. Un mese piΓΉ tardi, l'unica cosa che posso ricordare Γ¨ che il programma era sulla fuga di un gangster. Qualcosa di simile avviene con i resti mnemonici dei libri che abbiamo letto, e con dei capitoli interi della nostra vita. L'esperienza principale Γ¨ stata spogliata dei dettagli, trasformata in scheletro, ridotta a un'astrazione senza colore, prima di essere confinata nel magazzino della memoria.