lunedì 15 ottobre 2018

Diario Notturno 418

Ci sono uomini che hanno sottomesso la vita alla follia, come de Sade, Campana e Savonarola, e altri che gli hanno sottomesso l'opera, come Hölderlin, Nietzsche e Van Gogh. I primi sono meno interessanti. Se non hanno indossato maschere è perché non avevano bisogno di conciliare i due mondi, quello interiore fatto di pulsioni incontrollabili e il costume dell'epoca. Per evitare di fare i conti con se stessi hanno trasferito fuori della coscienza, nel prossimo e nella società, i sensi di colpa. I secondi, invece, sono dei delicati, continuamente in fuga verso l'interno, penetrano il proprio inferno fino alle radici. In loro, la malattia mentale non è la forza creatrice, è il terreno dove la sensibilità si rivela e si sviluppa. Raggiungono un grado di profondità tale che è la realtà a sembrare imperfetta agli occhi dell'opera.
Quanto all'uomo comune, neanche lui è del tutto fedele alla logica. Un giorno, quando il pensiero mitico e quello scientifico saranno tramontati, probabilmente scoprirà che l'assurdo e il delirio hanno avuto un ruolo decisivo nella creazione. Quello che intuisce già oggi, osservando un quadro di Dalì o ascoltando un capriccio di Paganini è che forse nemmeno in Dio c'è perfetta identità tra il mondo in cui vive, il mondo in cui vorrebbe vivere e il mondo che vive in lui. Nel folle c'è.


                                                                 Painting by Fernando Alvarez Alonso