Non Γ¨ quel che abbiamo davanti a ingannarci. Sappiamo bene che Γ¨ la percezione a confonderci, altrimenti come si spiega la commozione per un film, il turbamento per un'opera d'arte o l'infatuazione per il primo venuto? Tutto quello che nella sua forma Γ¨ perfetto va al di lΓ della forma e diviene simbolo di perfezione. Ma col trascorrere del Tempo anche i modelli tramontano. PiΓΉ delle apparenze sono la malattia e i fallimenti la risorsa su cui l'individuo tesse un rapporto sincero. Entrambi servono a rivelargli le relazioni autentiche e, al pari del vizio o dei piaceri crudeli, ad andare oltre la visione, a fargli sorgere dal fondo dell'Io quanto c'Γ¨ di reale nella propria esistenza. In loro assenza o nell'attesa, vivere Γ¨ la continua imitazione di se stessi, una faccenda pavloviana, un andirivieni di boomerang e navette. La normalitΓ , che difetta spesso di coraggio e presuppone una disposizione al calcolo e alla sicurezza, chi cerca il senso profondo delle cose dovrebbe proibirsela. Per migliorare non vanno fatte concessioni a nessuno e tanto meno a se stessi perchΓ© non si progredisce, non ci si supera, se non lavorando al declino di quel che si Γ¨.