La ricerca della veritร รจ un gioco da adolescenti, piรน attinente all'immaginario che al reale. Chi osserva una scena e afferma che รจ evidentemente vera in realtร non va al di lร del verosimilmente evidente perchรฉ anche un linguaggio minuzioso, capace di scomporre una percezione fino all'impalpabile o di descrivere un sentimento con una ricchezza di dettagli tale da conferirgli lo stato di materia, fallirebbe. Ascoltare, vedere, toccare o sentire equivalgono a interpretare, a omettere e aggiungere, al lavoro di un traduttore insomma. L'ordine in cui tutto fluisce si sottrae all'immediatezza: prima viene accolto e in seguito concepito, cosรฌ l'essere vero non รจ l'oggetto, รจ la luce in cui l'oggetto mi appare. Ma se quello che รจ fuori di me concorda solo con se stesso, come posso cogliere la veritร e trasmetterla ad altri se non in qualitร di intuizione?
ร proprio la coscienza di questa imprecisione a salvare l'uomo dalla follia perchรฉ se avvertisse la perfetta identitร tra il suo modo di sentire e il mondo avrebbe la certezza di sapere cos'รจ il mondo entrando a pieno titolo nel delirio.
ร proprio la coscienza di questa imprecisione a salvare l'uomo dalla follia perchรฉ se avvertisse la perfetta identitร tra il suo modo di sentire e il mondo avrebbe la certezza di sapere cos'รจ il mondo entrando a pieno titolo nel delirio.