A volte mi capita di mettere mano a due pensieri contemporaneamente. Lo faccio per tenere la mente allenata, proprio come fa uno scacchista quando gioca su più tavoli. Ma ho notato che non appena accantono il primo per dedicarmi all'altro, l'angolo di osservazione cambia e inizio a vedere entrambi sotto una luce nuova. Questo lavoro di alternanza fa sì che ogni volta il testo si arricchisca di parole, diventi irriconoscibile, si spersonalizzi al punto da sfuggire alla memoria, così che l'idea iniziale che è da qualche parte dentro di me non può più avanzare per raggiungermi sul foglio.