lunedì 19 maggio 2014

Diario Notturno 252

Sulla punta del molo un randagio gironzola annusando l'aria. Non c'è nessun altro, salvo la persona che mi ronza nella testa di cui non riesco a ricordare il nome. Ho in mente i lineamenti del suo volto, il portamento, certe frasi dette, ma non so più come si chiama.
Con il passare dei minuti affiorano dettagli ancora più precisi e con essi il timore di perdere per sempre qualcosa che mi riguarda. È come se a teatro, per un vuoto di memoria, attore e personaggio smettessero di essere tutt'uno, così che lo spettatore avverte con sgomento l'improvvisa separazione tra i due.

Riccardo Varini