Non basta abolire il superfluo per sottrarsi alla seduzione dei miti. Personalmente li considero astrazioni vuote, pezzi da museo dell'inutile, un'arte d'impagliare l'aria. Se sfidano il tempo è perché fanno breccia nelle menti meno profonde, in persone che pur d'identificarsi in un simbolo, comprano a tasso di usura lo spirito critico che gli manca. Eppure, paradossalmente, saranno proprio loro a decretarne la fine, contaminandoli con nuovi pregiudizi, sovraccaricandoli di ulteriori aspettative, ne minano il piedistallo fino a farli cadere.
Quando invece resiste, il mito diventa oggetto di culto, veste abiti da cerimonia e si esprime attraverso un rito. La sua credibilità si nutre di fede, vale a dire di un dialogo muto, un vaneggiamento che promette certezze, quasi sempre un presente che giura di essere eterno. Questa svista è tipica dei deliri religiosi, dove l'indecifrabile viene scambiato per mistero, mentre in realtà è una tara biologica.
Quando invece resiste, il mito diventa oggetto di culto, veste abiti da cerimonia e si esprime attraverso un rito. La sua credibilità si nutre di fede, vale a dire di un dialogo muto, un vaneggiamento che promette certezze, quasi sempre un presente che giura di essere eterno. Questa svista è tipica dei deliri religiosi, dove l'indecifrabile viene scambiato per mistero, mentre in realtà è una tara biologica.
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Aymeric Giraudel ~ "The Prophecy" |