domenica 5 gennaio 2014

Edith Bergfors








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    LO SPECCHIO di Wislawa Szymborska.

    Si, mi ricordo quella parete
    nella nostra cittΓ  rasa al suolo.
    Si ergeva fin quasi al sesto piano.

    Al quarto c'era uno specchio,
    uno specchio assurdo
    perchΓ© intatto, saldamente fissato.

    Non rifletteva piΓΉ nessuna faccia,
    nessuna mano a riavviare chiome,
    nessuna porta dirimpetto,
    nulla cui possa darsi il nome
    “luogo”.

    Era come durante le vacanze-
    vi si rispecchiava il cielo vivo,
    nubi in corsa nell'aria impetuosa,
    polvere di macerie lavata dalla pioggia
    lucente, e uccelli in volo, le stelle, il sole all'alba.

    E cosi come ogni oggetto fatto bene,
    funzionava in modo inappuntabile,
    con professionale assenza di stupore