giovedì 29 agosto 2013

Cartolina da Parigi 3

Pur abitando a venti chilometri da casa sua, ho sempre trovato Leopardi illeggibile, perlomeno alcune delle sue opere. Le idee sono interessanti, ma la forma a mio modo di vedere è insopportabile.
E non gli concedo neanche l'attenuante del secolo perchè ad esempio in Francia, l'Ottocento è pieno di scrittori godibilissimi. 
Sapete cosa ho fatto stamattina? Sono andato in un paio di librerie alla ricerca di una buona traduzione per potermelo leggere finalmente in santa pace.
Ho comperato i Pensieri.
Cominciamo da questo:

LXII
"Il primo fondamento dell'essere apparecchiato in giuste occasioni a spendersi, è il molto apprezzarsi."

Non è terrificante?

Una medaglia va data al traduttore che se la cava così:
"Ce qui nous pousse à nous rendre utiles et à oeuvrer pour de bonnes causes, réside avant tout dans l'estime que nous nous prodiguons".
Liberamente mi permetto di interpretare il traduttore così:
"Quello che ci spinge a renderci utili e ad operare per delle buone cause, risiede prima di tutto nella stima che abbiamo di noi stessi."

Il traduttore, che dopo aver risolto la LXII, si è giustamente scolato una bottiglia di Armagnac, una volta rimessosi alla scrivania, a metà della successiva ha avuto un mancamento.

LXIII
"Il concetto che l'artefice ha dell'arte sua o lo scienziato ha della sua scienza, suol essere grande in proporzione contraria al concetto ch'egli ha del proprio valore nella medesima."

"L'idée que se fait l'artiste de son art  ou le savant de la science croît toujours en raison inverse du sentiment qu'ils ont de leur propre valeur."

Questo pensiero secondo me è un'esortazione all'umiltà, per cui lo tradurrei così:
"Il concetto che l'artista si è fatto della sua arte o lo scienziato della sua scienza ha il più delle volte una relazione inversa con l'amore e la stima che entrambi hanno di se stessi."

Se poi andiamo a stringere nella LXII dice che per far bene devi stimarti e nella LXIII che invece devi stare attento a non stimarti troppo.
Ma che si fumava Giacomo?

Traduit de l'italien par Joël Gayraud