Direi che è essenzialmente logica dato che quello che non ha logica non può avere etica. Il terremoto che uccide non ha etica, ma diventa un problema morale se esiste chi l'ha causato o poteva impedirlo e non l'ha fatto. L'etica non è una legge cosmica, è un'invenzione dell'uomo e come ogni teoria ha una data di enunciazione, una durata e un declino. Ma soprattutto ha le tare dell'inventore, al punto da dover essere disciplinata dal Diritto.
Osservandola bene, non è altro che l'istinto di conservazione mutato nei secoli, reso irriconoscibile dalla cultura e dai costumi, un adattamento continuo a un'offerta di realtà eccessiva. Se invece fosse vero il contrario e la si considerasse una legge di natura, allora è lecito pensare che l'uomo l'abbia presa con troppa leggerezza.
Quel che è certo è che non è il mondo visibile a regolare le nostre vite ma quello invisibile o, per essere più precisi, ciò che inavvertitamente esiste. L'essenziale non è mai alla portata dei sensi: gli argomenti più solidi sono eterei, vedi la coscienza, il bene, il male, il tempo e perchè no, l'etica.
Questa avrebbe un valore assoluto se esistesse la verità. Ma la verità non esiste, per cui è perfettamente etico non credere in Dio, come lo è incontrare Dio tramite l'etica o scoprire l'etica attraverso Dio. La differenza tra religiosità e etica è tutta qui, nel rifiuto o meno della logica.
Si può essere ricordati dalle generazioni future scrivendo libri, scoprendo un vaccino o componendo musica, ma anche il tiranno più efferato sa che quanto sta facendo può renderlo immortale. Infatti neanche la Storia ha un'etica perchè è la soluzione naturale a un problema privo di logica. A Parigi ci sono tante vie e piazze che celebrano le vittorie sugli inglesi quante ce ne sono a Londra nei confronti dei francesi. E' allora un valore universale l'etica?
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