Quando si è subita un'ingiustizia ma non si è avuta la prontezza di reagire, metterci a parlare da soli è la prima cosa che facciamo. Come degli invasati che hanno accesso a lingue sconosciute, reinventiamo la trama e i personaggi, smaniosi di affrontare ad alta voce la battaglia che non abbiamo combattuto. E' un monologo minaccioso e appagante quello che va in scena, dove le parole, suggerite dall'orgoglio, non sembrano più nostre ma del mondo. E non c'è da stupirsi del talento, perchè è nel delirio che la creatività si esalta e anche chi è digiuno di teatro si muove sulla scena da attore consumato.
Dunque Γ¨ nel vaneggiamento che ci riappropriamo dell'identitΓ , sbarazzandoci della ragione senza temerne le conseguenze.
E man mano che l'agitazione si placa lasciando il posto a uno strano compiacimento, i più attenti rusciranno a percepire le risate degli dèi, ai quali la prudenza, l'equilibrio e la saggezza degli uomini, devono apparire come tre ridicole caricature del carattere.
Christopher Winter Pugliese