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martedì 4 ottobre 2011
Diario Notturno 42
Se quello che abbiamo intorno sopporta un secondo sguardo è perchè ci suscita del mistero. Va coltivata quindi con orgoglio l'ignoranza che ci fa apprezzare un fiore o un albero senza conoscerne il nome. Ogni classificazione porta prima o poi al possesso che, rendendo tutto familiare, apre la porta alla noia. Il rapporto col mondo s'è impoverito proprio con l'avvento del linguaggio, e la parola, archivio per definizione, ha fatto diventare l'uomo un collezionista di reliquie. Per questo sostengo che la letteratura, descrivendo ogni cosa, vada di diritto annoverata come la più alta forma d'arte funeraria.