E' proprio dell'opera d'arte di essere fine a se stessa, di presentarsi come pura forma, senza altro scopo se non quello di emozionare, libera da legami con l'etica o l'utilità.
Qualcosa di simile lo provo quando ascolto i racconti dei dannati nell'Inferno di Dante. Mi colpisce la loro soprannaturale lucidità, l'estraneità al pentimento, l'irrinunciabilità al peccato. Preso dalla qualità della poesia, perdo di vista il contenuto, dimentico che quei discorsi non sono reali ma derivano dalla manipolazione storica dell'autore, da rancori personali, dal fatto che una posizione morale la puoi affermare ma non provare, che sempre la verità rispecchia il carattere di chi la cerca.
Qualcosa di simile lo provo quando ascolto i racconti dei dannati nell'Inferno di Dante. Mi colpisce la loro soprannaturale lucidità, l'estraneità al pentimento, l'irrinunciabilità al peccato. Preso dalla qualità della poesia, perdo di vista il contenuto, dimentico che quei discorsi non sono reali ma derivano dalla manipolazione storica dell'autore, da rancori personali, dal fatto che una posizione morale la puoi affermare ma non provare, che sempre la verità rispecchia il carattere di chi la cerca.
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