Anche quel giorno il Re si lamentava davanti a Nasrudin che i suoi sudditi erano tutti dei gran bugiardi.
"Vedete Maestà" - si permise Nasrudin - " è che ci sono due tipi di verità: la verità assoluta e quella relativa, ma la gente per paura, per tornaconto o stupidità, pratica solo quella relativa che è parziale per definizione.
"Solo fumo," - continuò il Re - "una cosa o è vera o è falsa, ma vedrai che domattina, anche il fumo sarà dissolto."
Quando il giorno seguente si aprirono le porte della città, una forca era stata eretta proprio di fronte all'entrata. Al suo lato era dispiegata la Corte con il Re al centro. Ad un cenno del sovrano, il Capitano della guardia lesse questo editto: "Chiunque entri in città deve prima rispondere con la verità a una domanda che gli verrà posta, pena l'impiccagione."
Nasrudin, che stava aspettando fuori, entrò per primo.
"Dove vai" - gli chiese il Re - "dimmi la verità o sarai impiccato".
"Vado a morire impiccato su questa forca" - rispose Nasrudin -
"Non ti credo" - fece il Re -
"Molto bene" - proseguì Nasrudin - "se ho detto una menzogna, allora fatemi impiccare".
"Ma questo la convertirebbe in verità" - ammise il Re -
"Esattamente" - concluse Nasrudin - "ma in quella assoluta di Nasrudin, non in quella relativa di Vostra Maestà".