Nella Hall of Fame della mia memoria, non poteva mancare lui: Bob Dylan. Ho ancora in mente i tempi del liceo quando uscì il suo album "Pat Garrett & Billy the Kid". Dopo l'ascolto del vinile su un giradischi portato da casa, la classe si divise in due fazioni: i favorevoli al nuovo corso, pronti ad accettare che il mito avesse composto la colonna sonora di un western, e i puristi che agitavano i testi di impegno sociale editi in Italia da Newton Compton. Arrivammo quasi alle mani. Ricordo il volto dell'insegnante nell'espressione compiaciuta di chi assiste a un evento indimenticabile: un gruppo di adolescenti che si azzuffa per un poeta.