martedì 10 luglio 2018

Diario Notturno 409

Quando si esegue un ritratto è impossibile essere fedeli all'originale. C'è di mezzo la luce, l'umore, l'entusiasmo o l'antipatia personale. È lo stato d'animo che determina la percezione e attraverso un giudizio estetico la connota. Entrate in un'Accademia e avvicinate ogni allievo singolarmente, vi mostrerà sulla tela la sua opera originale, diversa da tutte le altre, a riprova che non si ritrae un soggetto ma un'idea. A complicare le cose c'è un essere in posa. Incapace di mantenere una sola espressione determinerà in chi ha di fronte un'immagine mnemonica, più vera di altre o meno vera di se stessa. Ma se la realtà non parla a tutti ma a ciascuno, quale esempio dovremmo seguire? L'ambiguità cercata fino allo sfinimento della Gioconda, lo sguardo penetrante della muta di Raffaello o l'inespressività dei ritratti del Bronzino, l'unico a dare l'impressione che non ci sia niente da indagare al di là di un volto?


Agnolo Bronzino - Portrait of Eleonora of Toledo