sabato 30 giugno 2018

Diario Notturno 408

La ricerca della veritΓ  Γ¨ un gioco da adolescenti, piΓΉ attinente all'immaginario che al reale. Chi osserva una scena e afferma che Γ¨ evidentemente vera in realtΓ  non va al di lΓ  del verosimilmente evidente perchΓ© anche un linguaggio minuzioso, capace di scomporre una percezione fino all'impalpabile o di descrivere un sentimento con una ricchezza di dettagli tale da conferirgli lo stato di materia, fallirebbe. Ascoltare, vedere, toccare o sentire equivalgono a interpretare, a omettere e aggiungere, al lavoro di un traduttore insomma. L'ordine in cui tutto fluisce si sottrae all'immediatezza: prima viene accolto e in seguito concepito, cosΓ¬ l'essere vero non Γ¨ l'oggetto, Γ¨ la luce in cui l'oggetto mi appare. Ma se quello che Γ¨ fuori di me concorda solo con se stesso, come posso cogliere la veritΓ  e trasmetterla ad altri se non in qualitΓ  di intuizione? 
È proprio la coscienza di questa imprecisione a salvare l'uomo dalla follia perché se avvertisse la perfetta identità tra il suo modo di sentire e il mondo avrebbe la certezza di sapere cos'è il mondo entrando a pieno titolo nel delirio.