lunedì 28 marzo 2016

Diario Notturno 322

Malgrado la natura non conosca la pietΓ , molti ci trovano un pizzico di viltΓ  nel suicidio o nell'eutanasia. Ma che c'Γ¨ meglio dell'iniquitΓ  per assaporare la delusione di esistere? L'intera vita verrebbe rivista in maniera diversa se la vecchiaia o la malattia fossero concepite come un regolamento di conti, il momento esatto per riscattare il passato, per smentire il giudizio morale che il mondo attribuisce a ciascuno. Sarebbe l'occasione perfetta per stupire tutti lasciando un testamento non somigliante, un'ereditΓ  che parlasse di noi in modo piΓΉ nobile dell'ipocrisia quotidiana, degli sguardi vuoti posati sugli altri, delle occasioni sprecate per orgoglio o per noia. Ma i piΓΉ continuano a mantenere le apparenze, si ostinano a vivere come moribondi attenuati, da divulgatori di idee innocue, incuranti che le sole esternazioni da lasciare sono quelle che contraddicono il senso comune. La morte non Γ¨ soltanto scacco e disperazione, Γ¨ anche fierezza, libertΓ  di allontanarsi con dignitΓ  da se stessi, consapevolezza che il prezzo da pagare per essere unici Γ¨ che si deve morire da soli.

Robert Elfgen (das kritisierte bild)