venerdì 16 agosto 2013

Ultima Cartolina da Barcellona

Stamattina, mentre attraversavo il ponte girevole per andare all'acquario, ho notato un ragazzo magrebino con in mano un pacco di pan carrè. Seduto sul ciglio, di tanto in tanto lanciava una fetta in mare. Quello che avveniva non l'avevo mai visto. Era comunque diverso dalla lotta per la vita tra il leone e la gazzella o dall'addestramento di animali da combattimento.
Come il pane si posava sull'acqua, dei pesci enormi affioravano dal fondo mentre contemporaneamente decine di gabbiani scendevano in picchiata gridando. Era una lotta per la sopravvivenza tra due mondi che normalmente si ignoravano, ma che per una selezione improvvisa dovevano imporsi l'uno sull'altro.
La cosa che più mi turbava era questo giovane che aveva architettato tutto e se ne stava in disparte godendosi lo spettacolo, sicuramente a posto con la coscienza perchè in fondo procurava l'insperato. E se rimaneva a galla una crosta poco appetitosa, arrivavano i pesci meno guizzanti e gli uccelli più vecchi, come dei veterani a cui vengono lasciati i duelli senza importanza. Quasi una pietas umana.
Trasmetteva qualcosa di biblico quello che avevo sotto gli occhi, dove la divinità fredda e distante distribuiva alla cieca, senza nessuna attenzione per le singole necessità. C'era tutto: il peccato originale, il male, la provvidenza, il sacrificio, la Storia.
Stavo giusto chiedendomi se l'orrore di lassù bilanciasse quello di quaggiù, quando una ragazza in sella a una bicicletta di legno imbocca il ponte a gran velocità e mi sfiora, riportandomi alla realtà.


Keith Negley, guns