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domenica 31 luglio 2011
Diario Notturno 4
Non ce la faccio proprio a somigliarti, e anche quando ci vado vicino, qualcosa mi trattiene. Avrai sicuramente avvertito un mio calo di solidarietà, in questi vani tentativi di atteggiarmi da idiota.
Nasrudin, il re e l'aldilà
Ogni volta che incontrava il re, volavano sempre scintille, ma quella volta Nasrudin rischiò veramente di finire appeso. Quando il sovrano gli chiese se dopo la sua morte sarebbe andato in paradiso o all'inferno, Nasrudin ebbe il coraggio di rispondergli: "Secondo me andrete all'inferno."
Il re andò su tutte le furie, lo insultò con le più turpi parole ed aveva già sguainato la spada per mozzargli la testa, quando, per intercessione del gran visir, si trattenne. Man mano che il clima infuocato si andava calmando, Nasrudin aggiunse:
"Mi spiace che le mie parole siano state fraintese, maestà. Volevo semplicemente dire che, dato che avete fatto impiccare parecchia gente, immagino che a tutti questi si apriranno le porte del paradiso.
E sono talmente tanti che sarebbe pericoloso ritrovarseli davanti nell'aldilà. E' proprio per la vostra incolumità che prima mi sono permesso di consigliarvi di finire all'inferno."
Il re andò su tutte le furie, lo insultò con le più turpi parole ed aveva già sguainato la spada per mozzargli la testa, quando, per intercessione del gran visir, si trattenne. Man mano che il clima infuocato si andava calmando, Nasrudin aggiunse:
"Mi spiace che le mie parole siano state fraintese, maestà. Volevo semplicemente dire che, dato che avete fatto impiccare parecchia gente, immagino che a tutti questi si apriranno le porte del paradiso.
E sono talmente tanti che sarebbe pericoloso ritrovarseli davanti nell'aldilà. E' proprio per la vostra incolumità che prima mi sono permesso di consigliarvi di finire all'inferno."
sabato 30 luglio 2011
venerdì 29 luglio 2011
Etica del buio
Agire senza la coscienza di quello che stai facendo non genera equità, ma pura e semplice casualità. Per questo nella simbologia, le uniche figure bendate sono la Fortuna e la Giustizia.
Mike Pecci ~ Brunettes are more fun
They call me hell, they call me Stacey, they call me her, they call me Jane, that's not my name (x4) They call me quite girl, but I'm a riot, Mary Jo Lisa, always the same, That's not my name (4x)
giovedì 28 luglio 2011
Nasrudin e i vicini da fiuto
Quella sera Nasrudin si mise a letto senza aver cenato. Era freddo e sotto una coperta neanche troppo pesante si mise a pensare:
"Se solo avessi un po' di verdure, mi farei una bella zuppa calda profumata al cumino, così smetterei di tremare. La manderei giù tutta d'un fiato, poi mi addormenterei."
Nel dormiveglia il suo volto aveva raggiunto un'espressione estatica, quando qualcuno bussò alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti il figlio del vicino che dopo averlo salutato gli disse:
"Mia madre mi manda a chiedere se non ti avanza un po' di zuppa calda, dato che a noi resta solo un pezzo di pane."
Nasrudin si fece serio e rispose:
"E' incredibile. Con la fame avete sviluppato un olfatto tale che riuscite anche a fiutare i miei pensieri!"
"Se solo avessi un po' di verdure, mi farei una bella zuppa calda profumata al cumino, così smetterei di tremare. La manderei giù tutta d'un fiato, poi mi addormenterei."
Nel dormiveglia il suo volto aveva raggiunto un'espressione estatica, quando qualcuno bussò alla porta. Andò ad aprire e si trovò davanti il figlio del vicino che dopo averlo salutato gli disse:
"Mia madre mi manda a chiedere se non ti avanza un po' di zuppa calda, dato che a noi resta solo un pezzo di pane."
Nasrudin si fece serio e rispose:
"E' incredibile. Con la fame avete sviluppato un olfatto tale che riuscite anche a fiutare i miei pensieri!"
Diario Notturno 3
Te l'ho detto in lungo, in largo e in diagonale: è probabile che un giorno mi pentirò di non averti sposato, ma perchè stai sempre a rivangare il mio futuro?
mercoledì 27 luglio 2011
Sylvia Plath ~ Tulips
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Innanzitutto i tulipani sono troppo rossi, mi feriscono.
Anche attraverso la carta da regalo potevo sentirli respirare
piano, nella bianca fasciatura, come un bimbo mostruoso.
Il loro rossore parla alla mia ferita, comunica con lei.
Sono astuti, sembrano galleggiare, ma mi trascinano a fondo
turbandomi con le lingue improvvise e il loro colore,
una dozzina di piombi vermigli legati intorno al collo.
Nessuno mi teneva d'occhio prima, ora mi sento osservata.
I tulipani si voltano verso di me e, la finestra alle spalle
dove ogni giorno la luce si allarga e si assottiglia,
mi mostrano piatta, ridicola, una silhouette di carta ritagliata
fra l'occhio del sole e gli occhi dei tulipani,
non ho una faccia, ho voluto cancellarmi.
I vividi tulipani mi mangiano l'ossigeno.
Prima che arrivassero, l'aria era piuttosto tranquilla,
va e vieni, respiro dopo respiro, senza agitazione,
poi i tulipani l'hanno riempita d'un rumore assordante
Ora l'aria gli si avvicina e vortica intorno a loro
s'avvicina e vortica intorno a quel motore rosso ruggine affondato.
Catturano la mia attenzione che prima era felice
nel giocare e riposare spensierata.
Anche i muri si sono scaldati.
I tulipani dovrebbero star dietro le sbarre come animali pericolosi,
si spalancano come le fauci di un imponente felino africano
ed io percepisco il mio cuore che apre e chiude
la sua ampolla di rossi boccioli per puro amore verso di me.
L'acqua che assaporo è calda e salata come il mare
e arriva da un paese lontano come la salute.
(Traduzione Personale)
La mia teoria dell'Universo
La fine del mondo è avvenuta al tempo del big bang.
Quelli che vedete sono i cocci.
Quelli che vedete sono i cocci.
martedì 26 luglio 2011
Nasrudin, il re e la gazzella
Le battute di caccia del re erano pubbliche e seguitissime, dato che gli animali uccisi venivano dati in dono ai sudditi. Quella mattina il sole era già alto e il sovrano non aveva ancora abbattuto nessuna preda, quando da un cespuglio sbucò una bellissima gazzella. Il re prese la mira e scoccò la freccia, ma nonostante la vicinanza, riuscì a mancare l'animale. Si sentì un brusìo, ma nessuno si azzardò a commentare la figuraccia del sovrano.
Solo Nasrudin esclamò: "Però, che bravura!"
Sentendo quelle parole, il re gli puntò contro l'arco chiedendogli: "Ma mi stai prendendo in giro?"
"Niente affatto, maestà" - gli rispose Nasrudin - "è che mi stavo complimentando con la gazzella per essere riuscita a schivare un tiro così insidioso."
Solo Nasrudin esclamò: "Però, che bravura!"
Sentendo quelle parole, il re gli puntò contro l'arco chiedendogli: "Ma mi stai prendendo in giro?"
"Niente affatto, maestà" - gli rispose Nasrudin - "è che mi stavo complimentando con la gazzella per essere riuscita a schivare un tiro così insidioso."
lunedì 25 luglio 2011
Charles Bukowski ~ Nirvana (letta da Tom Waits)
Senza troppa scelta,
completamente libero da qualsiasi meta
era solo un giovane
su un bus in North Carolina
diretto chissà dove.
Ma cominciò a nevicare.
Il bus allora sostò
su un bar in collina
e i passeggeri entrarono dentro.
Si sedette al bancone
con gli altri,
ordinò,
e lo servirono.
Il cibo era
particolarmente buono
come pure il caffè.
La cameriera non era
come le donne
che aveva conosciuto,
non se la tirava
ed emanava
un'allegria naturale.
Il cuoco che friggeva
diceva cose divertenti
e il lavapiatti sul retro
rideva con una schietta
gradevole risata.
Il giovane allora
guardò la neve
attraverso i vetri,
deciso a restare
in quel caffè per sempre.
Questa curiosa sensazione
che tutto fosse bello
e fosse sempre rimasto bello
là dentro,
lo pervase.
Poi il conducente
disse ai passeggeri
che era tempo
di risalire a bordo.
Allora il giovane pensò:
"Rimarrò qui
rimarrò proprio qui."
Ma poi si alzò
e seguì gli altri
nel bus.
Ritrovò il suo posto
e fissò il caffè
da dietro il finestrino.
Quindi il bus si mosse
giù per i tornanti
lasciandosi alle spalle
le colline.
Il giovane fissò la strada,
sentiva gli altri
parlare di altre cose
qualcuno leggeva
o provava a dormire.
Non avevano notato la magia.
Il giovane appoggiò
la testa di lato,
chiuse gli occhi
fingendo di dormire.
Non c'era nient'altro da fare
se non ascoltare il rumore
del motore
e lo strofinìo dei pneumatici
sulla neve.
(Traduzione Personale)
domenica 24 luglio 2011
Nasrudin, i cocomeri e le ghiande
Quel giorno Nasrudin era seduto all'ombra di un'enorme quercia quando l'occhio gli cadde sui cocomeri del suo orto. "Ma tu guarda" - disse tra sè e sè - "quella pianticella strisciante dà dei frutti che faccio fatica a sollevare, mentre questa quercia maestosa produce delle ghiande piccole come ciliegie. Chissà perchè la natura ha commesso questa svista."
Non aveva ancora compiuto la frase che, dalla quercia, gli piovve sul capo una ghianda.
Per Nasrudin fu un'illuminazione, balzò in piedi, alzò le braccia al cielo ed esclamò: "Che Dio sia lodato, adesso capisco. La Natura ha fatto le cose a pennello. Se invece della ghianda mi fosse caduto in testa un cocomero, sarei finito come Aziz, lo scemo del villaggio."
Non aveva ancora compiuto la frase che, dalla quercia, gli piovve sul capo una ghianda.
Per Nasrudin fu un'illuminazione, balzò in piedi, alzò le braccia al cielo ed esclamò: "Che Dio sia lodato, adesso capisco. La Natura ha fatto le cose a pennello. Se invece della ghianda mi fosse caduto in testa un cocomero, sarei finito come Aziz, lo scemo del villaggio."
sabato 23 luglio 2011
Cartolina dall'Italia
Capisci che stai vivendo in una democrazia sofisticata solo quando non riesci a comprarti tutti quelli che stai pagando.
venerdì 22 luglio 2011
Cortometraggio ~ Focus*****
Due parole su questo corto. Il momento saliente della narrazione è quando viene detto: "You tell her you love her and she loves you. Things have never felt better. But one day, you notice something about her you hadn't noticed before." (Le dici che l'ami e lei ti ama. Le cose non potrebbero andar meglio. Ma un giorno, noti in lei qualcosa che non avevi visto prima").
Il film è molto intuitivo, ma è da notare che la voce narrante non fa mai menzione di una malattia della ragazza, anche se la visione sembra suggerircelo. La metafora su cui vale la pena riflettere è che, come i sentimenti perdono di spontaneità, il mondo si sfuoca.
Il film è molto intuitivo, ma è da notare che la voce narrante non fa mai menzione di una malattia della ragazza, anche se la visione sembra suggerircelo. La metafora su cui vale la pena riflettere è che, come i sentimenti perdono di spontaneità, il mondo si sfuoca.