mercoledì 18 luglio 2018

Diario Notturno 410

Nota Ionesco che se l'uomo fosse eterno ogni sua meschinità sparirebbe. Gelosia, odio, violenza e avarizia derivano dalla consapevolezza di avere davanti un Tempo limitato, dalla paura che non ci saranno ulteriori occasioni per riuscire. Nessuno sa con precisione quello che è o chi diventerà tuttavia è lecito pensare che accetterebbe le sconfitte senza pena se fosse sicuro di poter ricominciare indefinitamente.
Ma siamo certi che alla fine della vita il progresso personale non si è ancora compiuto, che la perfettibilità risente del numero di possibilità a disposizione? Oppure l'immortalità sposterebbe all'infinito le tare di un individuo, ne perpetuerebbe i desideri alimentandoli di quello che non ha ancora raggiunto? Se l'uomo esordisce con degli ideali e finisce nello scetticismo è perché durante una normale esistenza ha visto e sentito più di quanto doveva. Possedere un corpo indistruttibile non lo metterebbe al sicuro dal dolore morale: l'angoscia, una volta svincolatasi dalla durata, non occuperà questo o quell'istante, ma la totalità del suo essere perché con la scomparsa della morte niente ha più limite né via d'uscita.