venerdì 14 ottobre 2016

Diario Notturno 345

Se ha ragione Čechov a scrivere che non esiste vera felicità senza la solitudine, è sbagliato considerare chi si isola un essere rassegnato, qualcuno che ha rinunciato a cercarla. Al contrario, il solitario è un ambizioso che non fa compromessi, voglioso di conquistare tutti da lontano è consapevole che un successo durevole passa per l'amarezza e l'attesa. Sa che la gloria non è nel Tempo e non fa distinzione tra passato e futuro, né è meno generosa con chi ha deciso di vivere in modo singolare. 
Quando ci si mescola troppo alla vita degli altri è raro che il pensiero goda di qualche profondità. Affida la quotidianità a una vita convenzionale e ti sarà attribuito un ruolo, diventerai un personaggio che recita una parte e rinuncerai alla possibilità di trovare nella realtà un qualsiasi valore originale.
Nel momento in cui accettiamo che l'artista e lo scienziato, o comunque chi cerca in perfetta solitudine il senso delle cose abbia una funzione sociale superiore alla nostra, comprendiamo che vivere e lavorare in disparte non è una rinuncia ma un bisogno espressivo, una maniera di stare nel mondo. D'altronde, come si può non ammirare chi è assorbito da un'attività che lo fa sentire se stesso, qualcuno che contrariamente a noi non conosce lo squilibrio tra ciò che è e quello che vorrebbe essere? 


Photo by Peter Janus